Gli argomenti più ricorrenti nel 2022 sono stati i seguenti:
- I farmaci
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Il Comitato Italiano Associazioni Parkinson non promuove ne suggerisce l’uso di alcun medicinale, integratore, device né di altri prodotti ma vogliamo che tutti siano messi in grado di compiere valutazioni e scelte consapevoli e che venga garantito il diritto alle cure in modo equo in tutte le regioni della nostra nazione. Identificazione dei farmaci
Dal sito https://pdavengers.com
PWP – Person with Parkinson’s – Persona con Parkinson o parkinsonismo (MSA, PSP, demenza a corpi di Lewi)
FwP – Famiglia con Parkinson o parkinsonismo
Brain Parts
Cells and Molecules:
Common Treatments for Parkinson’s Symptoms:
Diseases and Conditions:
Fluids:
Genes and Genetics:
Medical Terms:
Non-Profit Organizations and Charities that work with the Parkinson’s Community
Parkinson’s Medications:
Professional Associations and Universities
Therapists and Professionals:
Please note that while we have made efforts to remove duplicates and alphabetize the list, some abbreviations might have different meanings in various contexts. Always refer to trusted medical sources for accurate information. If there is an abbreviation you would like to see added please email Larry@PDAvengers.com
“Come ogni mattina ci arrivano le segnalazioni di tutte le notizie che riguardano il Parkinson. Tra queste un articolo di un giornale pugliese mi colpisce : “Anziano malato di Parkinson rapinato mentre passeggia, arrestato il rapinatore 26enne“. Leggo l’articolo con il cuore triste immaginando la scena. Non sempre le cose sono come te le immagini. Il rapinatore questa volta è stato sfortunato perchè il vecchietto tremolante con il deambulatore ha reagito molto male alla rapina. Non solo si è lanciato insieme alla moglie all’inseguimento del rapinatore che era in bicicletta. Ha chiamato la Polizia chiedendo il loro intervento e dando indicazioni su dove si trovasse.
Il problema è che il nostro eroe ha raggiunto il rapinatore PRIMA dell’arrivo della Polizia che si è trovata davanti ad una scena che mi ha fatto venire in mente un simpatico personaggio della fumettistica italiana – Numero UNO in Alan Ford – : la “vittima” aveva bloccato il rapinatore e stava cercando di farsi ridare il portafoglio brandendo minacciosamente il bastone. Alla vista della Polizia il rapinatore si è arreso ed ha consegnato il portafoglio con tutto il contenuto. Il 26enne è stato arrestato e condotto in carcere con l’accusa di rapina.”
Articolo redatto da Giulio Maldacea il 3 marzo 2020
Il fatto è accaduto il 2 marzo 2020 a Lecce.. Volevo dare un volto a questo supereroe, c’è sempre bisogno di buone notizie ma in quei giorni molto di più.
Ci riproviamo a rintracciarlo e metterci in contatto perchè credo si meriti ad honorem il titolo di Dopamine Hero. Siete d’accordo ? Ci aiutate a trovarlo ? Vi lascio qui sotto i link della stampa locale. Partirei dalle redazioni e dai giornalisti …
Articoli locali :
Il Comitato Italiano Parkinson nel 2020 ha avviato una collaborazione con il Prof. Marco Cosentino, Professore di Farmacologia Medica nell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese. nella promozione della ricerca: “Impatto dell’epidemia di SARS-CoV-2 sulle persone con Malattia di Parkinson in Italia” basato su un totale di 387 questionari validi compilati.
Un progetto di fondamentale importanza non solo a livello scientifico ma anche come strumento di supporto ad attività di advocacy. Il Prof. Cosentino ci ha messo a disposizione la base dati “grezza” che abbiamo rielaborata ed importata nel nostro database.
Abbiamo potuto rispondere a domande che ci poniamo da anni:
1) Le stime più ottimistiche ipotizzano 220.000 casi di Parkinson. dove viviamo ? Risulta, per il campione coinvolto che il 63% vive in piccoli e piccolissimi centri.
DOVE VIVONO LE PERSONE CON PARKINSON ?
FASCIA DI ETA’ IN CUI SI E’ RICEVUTA LA DIAGNOSI
Questo dato, imponendo i 50 anni come “sparti acque”, ci permette di affermare che i “giovani”, o Y.O.P.D., sono 1/4 della campione preso in esame (387 questionari). Ovviamente il campione non è rappresentativo dell’intera popolazione nazionale.
RUOLO LAVORATIVO
(NB campione preso in esame (387 questionari). Ovviamente il campione non è rappresentativo dell’intera popolazione nazionale.)
Tratto da: Progetto YEAH
“Una delle principali sfide affrontate dalle persone con disabilità nel contesto lavorativo è l’accessibilità in tutte le diverse declinazioni a cominciare da quella digitale.
L’accessibilità digitale si riferisce alla progettazione e allo sviluppo di sistemi, piattaforme, siti web, applicazioni e documenti digitali in modo che siano facilmente utilizzabili da tutte le persone, comprese quelle con disabilità. Ciò significa che il contenuto e le funzionalità digitali devono essere accessibili attraverso una varietà di dispositivi e modalità di accesso. La tecnologia ha il potenziale per abbattere molte di queste barriere. L’uso di software e dispositivi non solo assistivi ma anche “adattivi”. Ci riferiamo a quelle patologie, come il Parkinson ed i parkinsonismi, che alterano in modo importante le varie competenze non solo su un piano oggettivo ma anche temporale a causa delle fluttuazioni causate dalla farmacodinamica dei medicinali.
Ci sono molti benefici dell’Accessibilità Digitale nello Smart Working:
– Uguaglianza di Accesso: L’accessibilità digitale garantisce che tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro abilità, abbiano un accesso uguale alle risorse digitali necessarie per lo smart working;
– Migliora la Produttività: Gli strumenti digitali accessibili consentono alle persone con disabilità di svolgere le loro mansioni in modo più efficiente, aumentando la loro produttività;
– Promuove l’Inclusione: L’accessibilità digitale crea un ambiente di lavoro inclusivo in cui le persone con disabilità possono contribuire appieno alle attività aziendali;
– Conforma alla Legge: In molte giurisdizioni, ci sono leggi che richiedono l’accessibilità digitale per garantire i diritti delle persone con disabilità. Rendere accessibili i propri strumenti e le proprie risorse digitali aiuta a rispettare queste leggi.
Lo smart working offre una maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro. Questa flessibilità è particolarmente preziosa per le persone con disabilità che possono dover gestire le proprie esigenze di salute o spostarsi con difficoltà. Grazie allo smart working, possono pianificare le proprie attività lavorative in base alle loro esigenze personali e fisiche, senza però tralasciare le interazioni faccia a faccia offrono una gamma di vantaggi unici. Essere in grado di scambiare sguardi, gesti e sorrisi crea connessioni emotive che possono essere difficili da replicare attraverso uno schermo. Le conversazioni spontanee alla macchinetta del caffè o durante la pausa pranzo spesso portano a idee innovative e alla creazione di un senso di appartenenza a un team. La socializzazione è essenziale per il benessere emotivo. Per le persone con disabilità, che possono già affrontare sfide legate all’isolamento sociale, l’opportunità di interagire con i colleghi può fare la differenza tra sentirsi parte di una comunità e sentirsi emarginati.
Le persone con disabilità possono affrontare sfide legate alle barriere architettoniche nei luoghi di lavoro tradizionali. Lo smart working può eliminare queste barriere fisiche, consentendo alle persone di lavorare da ambienti che hanno già adattato alle loro esigenze. Le persone con disabilità sensoriali o neurodivergenti possono avere bisogno di un ambiente di lavoro tranquillo e privo di distrazioni. Lo smart working permette loro di creare un ambiente adatto per concentrarsi, migliorando la loro produttività.
Perché lo smart working sia veramente inclusivo, è necessario investire nella formazione e nell’educazione. I datori di lavoro dovrebbero fornire risorse per aiutare i dipendenti con disabilità a sfruttare appieno le tecnologie e le piattaforme virtuali. Inoltre, l’inclusione nei processi decisionali aziendali è fondamentale per garantire che le esigenze delle persone con disabilità siano prese in considerazione. La formazione è il primo passo cruciale per garantire che tutti i dipendenti, indipendentemente dalla loro abilità, possano adattarsi ed eccellere nello smart working. Le organizzazioni dovrebbero investire nella formazione di base su come utilizzare le tecnologie digitali, le piattaforme di comunicazione e i software di collaborazione. Inoltre, è importante fornire formazione specifica per l’accessibilità digitale, in modo che tutti possano utilizzare gli strumenti digitali in modo efficace.
Non servono fazioni tra chi approva o disapprova lo smartworking, ma unire il meglio di entrambi i mondi è la strada da percorrere. Molti lavoratori con disabilità non desiderano tornare completamente all’ufficio tradizionale, ma cercano un equilibrio tra lo smart working e il lavoro in presenza. Questo approccio ibrido potrebbe consentire di godere dei vantaggi dell’interazione faccia a faccia senza rinunciare alla flessibilità dello smart working. La chiave sta nell’offrire opzioni personalizzate per i lavoratori con disabilità. Consentire loro di scegliere la modalità di lavoro che meglio si adatta alle loro esigenze individuali è fondamentale per garantire che possano prosperare sia professionalmente che socialmente.”
5.490 visualizzazioni 15 dic 2022 CAGLIARI
Cortometraggio scritto, diretto, interpretato, prodotto dai fisioterapisti Mattia Tronci (Linkedin) e Mauro Usala della Riabilitazione dell’ARNAS Brotzu di Cagliari. E’ una storia di lotta e di convivenza in cui, immaginando una giornata tipo di una persona con la Malattia di Parkinson, lo scopo è quello di dare qualche consiglio pratico su come affrontarla.
Cosa vuol dire essere un caregiver in questi anni così difficili, in un paese come l’Italia nel quale spesso la cura e la prossimità ai nostri amici o ai nostri cari che si ammalano sono delegate alla volontà e alla disponibilità del singolo individuo?
Non esiste un termine italiano per tradurre caregiver: il dizionario ci propone badante, accompagnatore, infermiere. Ma tutti noi sappiamo che essere caregiver vuol dire tutte queste cose e molto di più.
“To care” vuol dire essere solidale, avere qualcuno a cuore; giver vuol dire donatore, persona generosa.
Ed ecco che i caregiver sono persone generose che hanno a cuore altre persone.
Al contempo, essere caregiver di una persona con Parkinson e parkinsonismi – in Italia – comporta l’acquisizione e l’aggiornamento costante di:
Un mix complesso che spesso va oltre l’amicizia, i legami di parentela, l’amore profondo.