LA SCRITTURA TERAPEUTICA.

LA SCRITTURA TERAPEUTICA
di Marina Duccillo

La mia passione per la scrittura mi ha condotto prima all’incontro casuale poi alla ricerca e all’approfondimento dell’aspetto terapeutico di questo potente mezzo che chiamiamo scrittura. Ho preso in prestito dal web le parole di due donne che si sono dedicate a questa forma di “terapia” perché riflettono un’esperienza a noi comune, certamente anche la mia: la scrittura autobiografica durante la malattia vista come mezzo di conoscenza di sé e parte della cura, come una sorta di contributo all’insieme di fattori che concorrono in un percorso verso la guarigione e il benessere.

“Affinché il pensiero divenga distinto, è necessario che si sparpagli in parole;
non ci accorgiamo bene di ciò che abbiamo nello spirito finché non prendiamo
un foglio di carta e allineiamo uno accanto all’altro i termini che prima si compenetravano”.
(Henri Bergson)

Scrivere per curarsi
di Luisa Barbieri

“Se fosse un farmaco, questo, all’apparenza, poco significativo e versatile trattamento, godrebbe di un profilo pubblico che potrebbe competere con la popolarità del Viagra. In effetti, la mancanza di una casa farmaceutica promotrice è forse parte del motivo per cui i suoi benefici sono così poco conosciuti. É più economico di qualunque farmaco: il costo di carta e penna; il trattamento miracoloso è semplicemente ciò che sto facendo adesso: scrivere.”
Jim Pollard così ci parla del valore della scrittura e io, così, vorrei poterlo diffondere “scrivendone” un po’.

Nell’ambito del percorso psicoterapico spesso ci si avvale, quale vantaggiosissimo strumento clinico, della scrittura, ma nel momento stesso in cui se ne fa esplicita richiesta, il paziente rimane perplesso e con fare titubante si schernisce, a testimoniare la scarsa abilità in ambito letterario…
È invece premessa per iniziare e proseguire un percorso terapeutico nel quale le storie di vita sono protagoniste indiscusse. Essendo il terapeuta alleato con il narratore e disponibile al dialogo, ha, tra le varie, la funzione di individuare legami fra fatti descritti ed eventi, oltre che quella di rispondere alla richiesta di aiuto clinico attraverso l’ascolto di chi intende raccontarsi, descriversi e, a rinforzo, scriversi.

Scrivere è ricercare e fare i conti con la propria coscienza e diviene lo strumento che ci guida nel percorso di riparazione, infatti permette di scaricare energia sottraendola alla sofferenza.
“io ho bisogno che tu mi faccia entrare nel tuo mondo e … tu hai bisogno di tutti i tuoi pensieri, di concretizzarli! Per questo ti sto proponendo di scrivermi, di fare una sorta di diario…

Tutti noi sappiamo buttare-fermare sulla carta le idee, i pensieri che altrimenti parrebbero inafferrabili. Il nostro obiettivo non è sicuramente quello di fare letteratura, per noi la scrittura è un mezzo, uno strumento, quindi non temere di essere né valutata/o né per come, né per ciò che scriverai. Dobbiamo imparare a ricordare e a fermare i pensieri per poi tentare di comprenderli”
Il ricordo consente alla memoria un cammino a ritroso, una spola fra le dimensioni del tempo. Ricordare stimola la correzione di un evento doloroso, che recuperato lentamente attraverso la parola e la frase, si libera del suo silenzio interiore.

Da http://www.mediconadir.it/rivista_mediconadir.htm

CHE COS’E’ LA SCRITTURA TERAPEUTICA
di Sonia Scarpante

La scrittura è un viaggio interiore che ci offre la possibilità di ascoltarci e di conoscerci meglio.

Tornare e ripercorrere un passato significa entrare nuovamente nelle sensazioni, nelle emozioni di allora. Significa entrare in un mondo che ci siamo taciuti per lungo tempo perché riprendere la propria storia in toto significa farne parte di nuovo risentendo quelle emozioni, quei sentimenti che ci sono appartenuti e che per lungo tempo ci siamo negati.

Per vergogna, per quieto vivere, per poco amore di sé. La rivelazione di quella storia che ci ha costruito come uomini e donne può portarci lontano se sappiamo accogliere la sofferenza che da essa ne deriva. Oggi che iniziamo ad intraprendere questo percorso non lo sappiamo, ma quando il coraggio sfiancherà le nostre debolezze tutto quel vissuto affiorerà e riprenderà vigore, sazietà interiore. Dobbiamo pretendere coraggio da noi stessi in un percorso di cura. Perché poi quel viaggio interiore ripercorso nella sofferenza ci rivelerà nuove strade, grandi, enormi opportunità.

Dobbiamo essere in grado di entrare in quella sofferenza facendola diventare veramente nostra, dobbiamo mutare l’angolo della nostra visuale e chiedere più amore diventando più generosi verso noi stessi.

Non si può fuggire a lungo dalla sofferenza, gli ostacoli della vita, perché questi prendono forme diverse e si sedimentano nei nostri corpi portando via tutte le energie feconde, minando il nostro sistema immunitario. Il corpo come sede della vita non è mai disgiunto dal percorso attivo della mente e solo imparando a liberare la mente dai sentimenti negativi, come la rabbia e il rancore, riusciamo a liberare il nostro corpo dall’aggressione di malattie anche oscure nella loro costituzione.
Autorigenerarsi nello spirito per autorigenerarsi nel corpo.
Questo è stato il mio tragitto e per questo credo sia fondamentale anche il sostegno e la cura che dalla scrittura ne possono derivare.
http://www.soniascarpante.it/i-miei-scritti_1734342.html

Ashwaanda. DORMIAMO MEGLIO, ANZI DORMIAMO, IN MODO NATURALE.

Ashwagandha1Abbiamo ricevuto diversi contributi da amici Parky che ci segnalano di trovare grande giovamento nel miglioramento della qualità dl sonno dall’assunzione di estratti della pianta di Ashwaganda o Withania somnifera, una pianta usata da secoli nella medicina ayurvedica ed è uno dei più interessanti elementi fitoterapici in circolazione. In erboristeria si trova anche col nome di Ginseng indiano.

La radice ha soprattutto proprietà toniche e adattogene (ovvero aumenta la resistenza dell’organismo ai più diversi stress psicofisici), ma anche interessantissimi effetti antinfiammatori e antidolorifici. Queste proprietà sono state confermate dalla moderna ricerca scientifica anche con studi specifici sull’uomo e non solo su modelli animali.

L’impiego tradizionale del ginseng indiano nell’ambito della medicina ayurvedica è in primo luogo come antistress naturale e tonico generale e del sistema nervoso, impiego che è il principale dell’Ashwagandha anche in Occidente.

In presenza di sintomi da depressione, una somministrazione controllata per cinque giorni di questa pianta ha dimostrato un’attività ansiolitica simile a quella ottenuta con il Lorazepam (Benzodiazepine) ed effetti antidepressivi analoghi a quelli del preparato farmaceutico Imipramina (Tofranil)*

In una sperimentazione su larga scala** sono stati studiati gli effetti dell’estratto di questa pianta sulle conseguenze negative dello stress (compreso l’aumento dell’ormone dello stress: il cortisone). I risultati sono stati impressionanti: riduzione del livello del cortisone del 26%, diminuzione del tasso di glucosio nel sangue al mattino a digiuno e miglioramenti dei profili lipidici.

Negli ultimi 5 anni l’Istituto di Medicina Naturale dell’Università giapponese di Toyama, ha condotto ricerche approfondite sui benefici dell’Ashwagandha sul cervello, riscontrando una significativa rigenerazione degli assoni , dei dendriti e delle sinapsi delle cellule neuronali, traendone la conclusione che questa pianta costituisca un potenziale trattamento per malattie neurodegenerative come l’Alzheimer ed il Parkinson.***

Il prodotto si trova in tutte le erboristerie, un flacone da 20 capsule costa intorno ai 20€, fate riferimento all’erborista stesso per farvi consigliare il dosaggio giusto per la vostra specifica esigenza.

Buoni sogni
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Riferimenti scientifici:

*Bhattacharya SK et al. “Anxioliytic-antidepressant activity of Withania somnifera glycowithanolides:an experimental study.” Phytomedicin,2000 Dec;7 (6):463-9

**Unpublished study, 2005.NutrGenesis,LLC

***Toboyama T. et al. “Neuritic regeneration and synaptic reconstruction induced by withanolide A”, su Br J Pharmacol.2005 Apr;144(7):961-71

La ricerca sulle cellule staminali: grazie alla Associazione Luca Coscioni è più facile distinguere tra la ricerca ed i “ladri di speranza”

Fonte: https://www.associazionelucacoscioni.it/… 

“Le chiamano le “cliniche della speranza” che con l’aiuto delle staminali promettono di sconfiggere dall’epilessia alla calvizie, dal Parkinson allo stress, dalla sclerosi multipla all’impotenza sessuale. Poco importa che i successi di queste cellule, in campo clinico, non siano ancora dimostrati. “Perché intorno a quelle che per ora sono solo ipotesi già prospera un mercato ricchissimo per pazienti disperati” avverte George Daley, presidente dell’International stemcell society, la società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali.”

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Effettuato il primo trapianto di cellule staminali per curare il morbo di Parkinson 11/10

Un altro importante passo in avanti della ricerca dedicata all’impiego delle cellule staminali nella cura del Parkinson(ismi). E’ una ricerca che, passo dopo passo, va avanti dal 1987, noi lo seguiamo direttamente dal 2018.

“Dear Comitato
Thank you for your mail and your great work for the Parkinson Community. It is true that we are about to initiate clinical trials in Lund. The first patients will be drafted from our local patients but we hope to reach a wider group as soon as possible.

Best
Malin Parmar, PhD”

La cronostoria

  • Cellule staminali : nuovi orizzonti nella cura del Parkinson (2018)
  • Nuove prospettive terapeutiche per la malattia di Parkinson (2021)
  • Approvato in Svezia lo studio clinico di un nuovo trattamento per il morbo di Parkinson basato sulle cellule staminali (2022)
  • STEM-PD. Effettuato il primo trapianto di cellule staminali per curare il morbo di Parkinson (2023)

Intervista del Dr Alfonso Fasano: World Congress of Neurology (WCN) svoltosi a Montreal, Canada a settembre 2023

Parkinson, tra cellule staminali e ricerca. Intervista ad Alessandro Fiorenzano, ricercatore CNR

Se pensi che ci voglia troppo tempo per ottenere nuove terapie o la tanto attesa Cura ti invitiamo a leggere l’articolo scritto dal nostro prezioso corrispondente spagnolo Fulvio Capitanio: >>Approfondisci