Care by gender – La cura specifica
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“La personalizzazione della terapia con levodopa comporta il suggerimento di impostare dosi del 25% circa più basse nelle donne”. Dott.ssa Manuela Contin, farmacologo, esperta in neurofarmacologia applicata |
Uno studio condotto su 500 persone – 308 maschi e 192 femmine – affette da Parkinson e parkinsonismi ha confermato che “… il sesso influenza in maniera significativa le concentrazioni ematiche di levodopa, abbiamo trovato una biodisponibilità, ossia una quantità, più alta nelle donne. Quindi le pazienti possono assumere un dosaggio inferiore di levodopa — precisa Calandra Buonaura —. Questo esito è molto importante perché la possibilità di sviluppare effetti avversi da levodopa, in particolare le discinesie, i movimenti involontari delle braccia, delle gambe e a volte anche del tronco, dipende dalle dosi del farmaco, pertanto è possibile procedere a una terapia personalizzata che, tenendo conto di questa differenza, permetta di ridurre le dosi di levodopa nelle donne fin dalle prime fasi di malattia con la finalità di ridurre la comparsa a lungo termine delle discinesie, ottenendo nell’immediato Io stesso effetto motorio”. Sulle ricadute pratiche si sofferma Manuela Contin, farmacologo, esperta in neurofarmacologia applicata: “La personalizzazione della terapia con levodopa comporta il suggerimento di impostare dosi del 25% circa più basse nelle donne”. Ma da che cosa dipende questa reazione così diversa tra i sessi? “Il meccanismo alla base di questa differenza nella biodisponibilità di levodopa fra uomini e donne non è noto — risponde il Professor Cortellli —, nel nostro studio abbiamo dimostrato che non dipende da fattori come altezza o differenze nel peso corporeo. Una delle possibilità sono le differenze fra i generi nel percorso del metabolismo della levodopa. E tutto questo indica sempre di più la necessità di una medicina di genere”. |
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