Approvato in Svezia lo studio clinico di un nuovo trattamento per il morbo di Parkinson basato sulle cellule staminali

Una terapia sperimentale basata su cellule staminali per il trattamento della malattia di Parkinson, STEM-PD, ha ottenuto l’approvazione normativa per uno studio clinico di Fase I/IIa. L’approvazione etica della sperimentazione è già stata ottenuta dall’Autorità svedese per la revisione etica e il team STEM-PD, guidato dall’Università di Lund in Svezia, è quindi pronto a procedere con la sperimentazione.

“Siamo entusiasti e attendiamo con impazienza questo studio clinico sullo STEM-PD, sperando che possa potenzialmente aiutare a ridurre il peso significativo della malattia di Parkinson. Si è trattato di un enorme lavoro di squadra durato oltre un decennio e l’approvazione normativa rappresenta una pietra miliare importante e importante”, afferma la professoressa Malin Parmar che guida il team STEM-PD dell’Università di Lund in stretta collaborazione con i suoi colleghi dello Skåne University Hospital, l’Università di Cambridge, dell’NHS Foundation Trust (CUH) degli ospedali dell’Università di Cambridge e dell’Imperial College di Londra.

STEM-PD è un prodotto sperimentale a base di cellule nervose dopaminergiche a base di cellule staminali embrionali umane , progettato per sostituire le cellule perse nella malattia di Parkinson. Questo è il primo studio di questo tipo in Europa e gli studi preclinici e clinici sullo STEM-PD sono stati finanziati da agenzie di finanziamento nazionali e dell’UE. Inoltre, il team STEM-PD ha ottenuto  finanziamenti e  prezioso supporto per l’attuale studio da Novo Nordisk; una collaborazione che proseguirà per lo sviluppo futuro del prodotto.

Le cellule da utilizzare nella sperimentazione sono state prodotte secondo le buone pratiche di fabbricazione (GMP) presso il Royal Free Hospital di Londra e sono state sottoposte a rigorosi test in laboratorio.

” I nostri dati mostrano che il prodotto STEM-PD è sicuro e altamente efficace nel ripristinare i deficit motori nei modelli preclinici della malattia di Parkinson “, afferma Agnete Kirkeby dell’Università di Lund, che ha guidato lo sviluppo preclinico del prodotto.

Lo studio STEM-PD sta studiando la sicurezza e la tollerabilità del trapianto di cellule STEM-PD nel cervello di pazienti con malattia di Parkinson moderata (numero EudraCT:2021-001366-38). L’esito primario dello studio STEM-PD è valutare la sicurezza e la tollerabilità del prodotto trapiantato un anno dopo il trapianto, mentre gli endpoint secondari valuteranno la sopravvivenza e la funzione delle cellule trapiantate mediante imaging cerebrale, oltre a misurare gli effetti sul morbo di Parkinson. sintomi. Lo studio STEM-PD prevede di arruolare un totale di 8 pazienti per il trapianto, iniziando con pazienti provenienti dalla Svezia, e con successivi piani per l’arruolamento di pazienti anche dall’ospedale universitario di Cambridge nel Regno Unito. L’inizio della sperimentazione è in attesa dell’ispezione del sito clinico da parte delle autorità. Non è possibile offrirsi volontariamente per partecipare alla sperimentazione.

Lo Skåne University Hospital di Lund (Svezia) è lo sponsor clinico della sperimentazione e il sito in cui verranno eseguiti tutti gli interventi chirurgici di trapianto. STEM-PD si basa su una lunga storia di lavoro simile svolto in questo sito: “I nostri team hanno già eseguito studi di trapianto di cellule nel morbo di Parkinson, ma questo è il primo studio che utilizza un medicinale derivato da cellule staminali per la sostituzione dei neuroni della dopamina.” afferma Håkan Widner, rappresentante dello sponsor dell’ospedale universitario di Skåne. Il professor Roger Barker dell’Università di Cambridge e CUH, responsabile clinico del progetto, commenta inoltre che “L’uso delle cellule staminali ci consentirà in teoria di produrre quantità illimitate di neuroni della dopamina e quindi apre la prospettiva di produrre questa terapia a un vasto pubblico”. popolazione di pazienti. Ciò potrebbe trasformare il modo in cui trattiamo la malattia di Parkinson”.

Le strategie compensative per il Parkison

Cosa sono le strategie compensative ?

Sono i comportamenti, gli strumenti tecnologici, le procedure, spesso ideate dai pazienti, utili per compensare le difficoltà causate dalla patologia con il fine ultimo di mantenere l’indipendenza e la capacità motoria.

Non sempre le strategie sono condivisibili tra pazienti ed è bene che vengano vagliate insieme a familiari, specialisti della riabilitazione ed ai medici sia in termini di efficacia che di sicurezza.

Un esempio pratico e concreto di una “condivisione” che ha dato vita all’articolo ed alla monografia sul freezing realizzata in collaborazione con il Gruppo Facebook Caregiver Italiani del Parkinson e con la collaborazione della dott.ssa  Francesca Morgante.

Gli studi scientifici sdoganano le strategie compensative

Le strategie compensative come vedremo in seguito, nonostante la loro comprovata efficacia, sono utilizzate da pochi pazienti ed ancor più rari sono i medici che le promuovono come possibili soluzioni ai problemi motori.

Purtroppo ciò è causato dall’imbarazzo provato dalle persone con Parkinson e dai loro cari nel mettere in atto “i loro trucchi strani”.

Le persone con Parkinson spesso inventano espedienti creativi per superare loro difficoltà di deambulazione, al fine di rimanere mobili e indipendenti.
Dott.ssa Anouk Tosserams

La Dott.ssa Anouk Tosserams, del Radboud University Medical Center di Nijmegen, nei Paesi Bassi, ha promosso diversi studi finalizzati a:

  1. censire tutte le varie forme di strategie compensative adottate dalle persone con Parkinson
  2. valutare la conoscenza delle strategie sia da parte dei pazienti che da parte dei medici
  3. valutare la reale efficacia di alcune strategie

Fonte in inglese: PubMed

Canale video su Youtube (work in progress):

 

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di Giulio Maldacea

I 6 mesi di riabilitazione intensiva non sono stati sufficienti, a breve dovrò affrontare un nuovo intervento chirurgico ed altri mesi di riabilitazione. Non vi nascondo che la preoccupazione comincia ad essere tanta, vedo la qualità della mia vita e la mia autonomia sempre più compromesse nonostante gli sforzi immensi della mia famiglia e delle persone che veramente mi vogliono bene,  senza le quali oggi non sarei qui a scrivervi.

La posta in gioco è alta, è la vita che mi resta di vivere. Per questi motivi questa volta non resterò “online”, dovrò concentrarmi al massimo e non sono ammesse distrazioni.

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