Quando Barbara mi ha spiegato come si faceva, ho capito che si potevano usare non solo i pastelli, ma anche carta e stoffa colorata, e anche la lana e il filo, o la pasta e il riso.
Ho provato e mi è “uscita” la prima opera, un po’ storta e un po’ dritta: l’ho intitolata “L’ ALBERO” e
L’ ho anche firmata.
Prima ho fatto il disegno ” in brutta”, a matita, per rendermi conto di cosa facevo.
Con la carta ho fatto l’albero con i fiori: carta marrone per l’albero e pezzettini rossi e verdi per i fiori.
Ho fatto lo sfondo con gli acquerelli: un bel cielo azzurro. Con i colori a cera verde e marrone ho fatto il prato con un po’ di terra.
Di carta marrone ho fatto anche la staccionata; con la matita ho disegnato un muretto di pietra, come un sasso grande, e poi il prato verde, con i pastelli a cera. Il sole giallo a matita, e tre uccellini che volano.
I miei figli erano entusiasti, le bambine anche, e tutti quelli a cui l’ho fatto vedere mi facevano i complimenti e mi dicevano che ero brava a disegnare.
Ma io l’avevo scoperto solo allora!..
Mio figlio ha fotografato L’ALBERO e l’ha mandato sul nostro gruppo di W.A., così Barbara e tutti mi hanno mandato messaggini di complimenti…
In seguito ho fatto LA BAMBINA con L ‘AQUILONE,
il PAESAGGIO NOTTURNO e L’ ARCOBALENO.
Ho usato la stessa tecnica: lo sfondo del cielo e del mare sfumato, con gli acquerelli.
La bambina,vista da dietro,ha i capelli della Lecciso e le gambe di una modella ritagliati da una rivista.
L’aquilone l’ha disegnato Gabriele, perché mi ha vista un po’ incerta..io ho aggiunto i fiocchetti di lana e il filo che lo sostiene mano alla bambina.
Il PAESAGGIO NOTTURNO, è venuto così, senza pensarci..Ho tirato delle righe che davano
l’idea di case….
Lo sfondo fatto con gli acquerelli, era un cielo,scuro,con la luna sfumata. Poi ho colorato con i pastelli: le case scure e i tetti rossi.
Una sera, dopo il temporale, guardavo il cielo e ho visto l’arcobaleno.
Mi è venuta l’isirazione e mi sono detta: “Domani faccio un disegno!”
Così è nato L’ ARCOBALENO.
LA VALIGETTA
Da lì mi sono fatta la ” valigetta del pittore”, perché ho capito che ero un’ artista…
La valigetta è di plastica bianca, da disegno. L’avevano usata i miei ragazzi a scuola.
Dentro ho messo: matite colorate, pastelli a cera, acquerelli, matite, temperino e un paio di forbicine.
Le forbicine servono per tagliare la carta colorata, non quella comprata, ma quella delle riviste.
Quando trovo una pagina colorata, la strappo e la tengo per quando mi serve, la ritaglio subito, se la parte che mi serve è piccola.
Anche la carta sta nella valigetta.
INCORAGGIAMENTI
Mio figlio continuava a dirmi: “Mamma, fai un altro quadro!”
Anche la mia consuocera, quando li ha visti, ha esclamato entusiasta in dialetto: “O Signur! Fanne degli altri che poi facciamo una mostra!”
Le mie nipotine mi dicono sempre : ” Nonna! Ma che bello! Che brava! Hai fatto un altro disegno?”
e io rispondo : ” Devo aspettare l’ispirazione! ”
Così, quando tornano a trovarmi mi chiedono :
“Nonna, ti sei ispirata? ” anzi, la piccola dice :
” Nonna, ti sei RISPIRATA?”
Il bello è che l’ispirazione non sempre viene.
Quando sono annoiata, Simone mi dice : “Mamma, tira fuori le tue capacità! ”
Così a volte apro la valigetta, ma poi la richiudo, perché l’ispirazione non c’è!
Comunque Andrea mi ha detto: ” Mamma, sono orgoglioso di te! Faremo di sicuro una mostra!
Una mostra in biblioteca.. e poi magari anche alla Pro Loco…”
Simone si è offerto di fare le cornici e ha già adocchiato il legno adatto..
Io ho pensato tra me e me: “Non si sa mai!”
Salice 2 ottobre 2020
Autrice : Rita Rivelli
Organizzazione : Marisa Tozzetti
Mostra effettuata presso : Villa Esperia www.villaesperia.it